"Che cos'è dunque il tempo?" si chiedeva Sant'Agostino circa 1.600 anni fa. Una domanda a cui non sapeva rispondere e che, nei secoli successivi, pochi studiosi hanno osato affrontare.
Questo nonostante il tempo sia una componente fondamentale dello sviluppo tecnologico dell'umanità. Partendo da tre premesse fondamentali: (1) i tempi non sono tutti uguali, (2) tutti i tempi sono costruzioni sociali e (3) i tempi che l'umanità crea dirigono il modo in cui l'umanità vive, cercheremo di immaginare nuovi modi di concepire il tempo.
Per riappropriarci delle nostre vite e sconfiggere l'orologio.
In questa puntata di Imperfetti - storie di chi prova ne abbiamo parlato con Davide Mazzocco, giornalista e autore di Cronofagia. Come il capitalismo depreda il nostro tempo (D Editore, 2019) e Lorenzo Caccianiga, fisico sperimentale e ricercatore dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).
Ascolta il podcast di e con Andrea Pistorio:
Fermati e approfondisci, se ti va
Hartmut Rosa - Accelerazione e alienazione. Per una teoria critica del tempo nella tarda modernità (Piccola Biblioteca Einaudi, 2015)
«Il libro - si legge nelle note editoriali - esamina le cause e gli effetti dei processi di accelerazione della nostra epoca individuandone tre aspetti, tecnico, sociale e individuale. Secondo Rosa l’insieme di tali processi porta a gravi forme di patologia sociale legate al rapporto con il tempo e lo spazio, le cose e le azioni, la percezione di sé e degli altri. Subendo la pressione di un ritmo inesorabile, ognuno di noi affronta il mondo senza essere in grado di contenere quella coazione impersonale alla velocità e alla competizione che non è separabile da disagio e insoddisfazione. L’accelerazione è diventata insomma una «potenza» che domina in modo totalitario la società moderna. Essa divora i nostri «sogni, obiettivi, desideri e progetti di vita» stritolandoli entro gli ingranaggi del suo inarrestabile movimento. Cosa possiamo fare per riappropriarci di momenti di esperienza umana non alienata, di «buona vita» conforme alle nostre aspirazioni e desideri più veri?»
Full Time - Al cento per cento di Éric Gravel
Julie ha due figli, un ex marito che non paga in tempo gli alimenti e un lavoro molto al di sotto delle sue capacità, con il quale mantiene a stento la famiglia. Ogni giorno si sveglia prima dell'alba, affida i bambini a una vicina anziana che le ha già detto che non ce la fa a tenerli, e si butta nel traffico del lungo tragitto che la porta dai sobborghi di Parigi alla capitale francese. E poiché in Francia, in quel momento, è in corso un prolungato sciopero dei mezzi di trasporto arrivare in città diventa un'impresa rocambolesca, cui Julie si dedica con ogni stratagemma. Un film che illustra in modo eccellente la scarsità di tempo, sensazione asfissiante da cui sembriamo essere tutti afflitti.
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Per tutto il mese di febbraio parleremo di
tempo;Noi siamo
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