Imperfetti - storie di chi ci prova
Una vita meno agra: un mondo senza automobili
Una musica epica che sale, una voce calda che vi promette avventura e libertà, un nastro d'asfalto che si snoda tra una foresta infinita e uno specchio d'acqua. Unico oggetto in movimento è un’automobile nuova di zecca, veloce come il vento, che voi potreste cavalcare verso un mondo nuovo.
Questo è lo script standard di un qualsiasi spot automobilistico che avrete visto mille volte in televisione o prima dell'inizio di un film al cinema.
Forse in pochi prendono la pubblicità alla lettera ma in nessun altro caso le premesse che vengono raccontate sono così lontane dalla realtà: la velocità medie con cui ci si muove nei grandi centri urbani, italiani e non, supera di rado i 15 chilometri all'ora. Questo perché la maggior parte del tempo lo passiamo bloccati nel traffico, isolati nelle nostre gabbie di metallo a insultarci a vicenda. E chi di noi non ha un’automobile non se la passa meglio: i bus, i tram e i taxi sono bloccati negli ingorghi, marciapiedi e piste ciclabili sono ostruite da chi parcheggia senza seguire le regole, le piazze sono soffocate da tonnellate di lamiere parcheggiate in doppia o terza fila.
Non siamo più cittadini e cittadine ma automobilisti. Esseri fragili se privati del loro guscio cromato.
Cosa penserebbero gli extraterrestri se arrivassero oggi sul nostro pianeta? Vedendo come abbiamo organizzato le nostre città e le nostre vite non potrebbero dedurne che una sola cosa: l'automobile è la specie dominante.
Andrea Pistorio ha provato a immaginare un mondo senza automobili insieme a Giulia Papa e Pasquale Cancellara di Public space is yours e al giornalista Andrea Coccia, autore di Contro l'Automobile (Eris Edizioni, 2020)
Ascolta il podcast di e con Andrea Pistorio:
Fermati e approfondisci, se ti va
Da vedere: The Human Scale di Andreas Dalsgaard
Metà della popolazione umana vive in aree urbane. Entro il 2050, questa percentuale salirà all'80%. La vita in una megalopoli è allo stesso tempo affascinante e problematica. Oggi dobbiamo affrontare il picco del petrolio, il cambiamento climatico, la solitudine e gravi problemi di salute dovuti al nostro stile di vita. Ma perché? L'architetto e professore danese Jan Gehl ha studiato il comportamento umano nelle città per quattro decenni. Ha documentato come le città moderne respingano l'interazione umana e sostiene che possiamo costruire le città in un modo che tenga conto dei bisogni umani di inclusione e intimità.
Da leggere:
Dopo l'automobile (Elèuthera, 1992) di Colin Ward
In questo libro, Colin Ward si chiede se un diverso modello di mobilità è possibile. «Non solo è possibile, ma è anche inevitabile, risponde l'autore insieme a Franco La Cecla e Giuseppe Onufrio, che contestualizzano il discorso alla realtà italiana. La mobilità personale è stata infatti una preziosa conquista dell'umanità, ma il ricorso esasperato all'automobile individuale l'ha trasformata in una calamità: ha distrutto l'ambiente urbano, è costato più vite umane di una guerra mondiale, ha sprecato enormi quantità di energie non rinnovabili e ha contribuito massicciamente all'inquinamento atmosferico. Non solo, ma all'interno delle città ha persino fatto registrare una velocità di movimento inferiore a quella di cento anni fa. Per superare l'impasse in cui ci siamo cacciati, Ward suggerisce alcune valide alternative – individuali e collettive – a difesa della libertà di muoversi, nella speranza che dopo l'era del feticismo automobilistico di massa si possa aprire un'era felicemente post- automobilistica».
Contro l'automobile (Eris Edizioni, 2020) di Andrea Coccia
«La dipendenza dalle automobili è così reale e totale da averci portato a pensare che non ci siano alternative credibili? Bene, è il momento di trovarle, perché così non andremo molto lontano. Crisi energetica, crisi economica, crisi ambientale, crisi sociale, crisi politica. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma quelli a cui stiamo assistendo sono gli spasimi di un sistema economico in fase terminale.
Andrea Coccia ci racconta come l’industria automobilistica abbia completamente plasmato il mondo in cui viviamo, creando una società costruita attorno all’automobile. A partire dal passaggio da ferrovie ad autostrade, per giungere ai nostri giorni e alle nostre città costantemente intasate dalle colonne di automobili bloccate l’una dietro l’altra, l’autore ci apre gli occhi sull’urgenza di opporci a un mondo al servizio dell’automobile e immagina nuove strategie di mobilità più sostenibili».
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